Quel folle amore del dio Apollo
Daphne laureola
Etimologia: il nome generico Daphne vede le sue origini risalire ai greci che così chiamavano la pianta del Lauro. A causa della particolare somiglianza delle foglie del Lauro con quelle della pianta in questione, per il resto completamente diversa, il nome è stato arbitrariamente esteso ad essa. Anche il nome specifico fa riferimento alla pianta dell'Alloro, costituendone un suo diminutivo.
E' un arbusto sempreverde di piccola dimensione, alto da 50 cm. a 1 m. Possiede rami ascendenti molto elastici, difficili da spezzare. La sua corteccia grigio-nocciola presenta delle cicatrici trasversali molto evidenti.
Le foglie sono coriacee, glabre, di forma oblungo-lanceolata, tutte concentrate verso l'apice dei rami. Sono lucide e di colore verde scuro nella pagina superiore, di un verde più chiaro nella pagina inferiore. Possono raggiungere anche la lunghezza di 15 cm.; più sviluppate ed ampie quelle poste più in alto.
Foglie e corteccia, se strofinate, emanano un odore sgradevole e presentano un sapore acre.
La fioritura è molto precoce, sul finire dell'inverno, da Marzo- Aprile a Maggio-Giugno. L'infiorescenza è un racemo denso, ascellare, posto all'apice del fusto e composta da 3 - 8 fiorellini ermafroditi di colore verde giallognolo. Questi, sostenuti da un breve penducolo, sono disposti lateralmente. Privi di petali, i fiori mostrano un calice di forma tubulosa che si apre con 4 lobi ovali o triangolari. Ogni fiore ha una lunghezza di circa 7 mm.
I frutti sono delle drupe ovoidali mature in autunno di un lucente nero-bluastro.
Infiorescenza della Daphne Laureola - Fonte: internet |
La pianta, come tutte le Daphne, è molto velenosa; in ogni sua parte. In particolare le bacche, se ingerite, possono provocare gravissime forme di avvelenamento. Queste si manifestano dapprima con bruciori e irritazioni della cavità orofaringea, aumento della salivazione e difficoltà a deglutire. Successivamente si presentano forti dolori gastrici e addominali accompagnati da vomito, diarrea sanguinolenta, vertigini, convulsioni, fino al soggiungere del rischio di collasso cardio-circolatorio. Anche le foglie, se spezzate o portate alla bocca, possono causare arrossamenti, infiammazioni e vesciche.
Frutti della Daphne Laureola - Fonte: internet |
In passato le Daphne venivano largamente utilizzate nella medicina. La parte maggiormente usata era la corteccia con la quale si preparavano dei cataplasmi vescicatori. Veniva anche adoperata in decozione come antireumatico e antiartritico, come antinevralgico, e addirittura come antiluetico. Ma a causa dei suoi effetti collaterali, si ridusse progressivamente il suo utilizzo sino alla sua rinunzia, con un doppio vantaggio: " per gli esseri umani che non furono più avvelenati e per i boschi che non furono più privati di una pianta bellissima e rara" come giustamente osservato da Ippolito Pizzetti.
Bibliografia
Anzilotti A.,Innocenti A., Rugi R., 2004 - I fiori degli Appennini. Le fioriture negli ambienti rocciosi, nei pascoli,nelle praterie e nei boschi. Edizioni Calderini.
Di Massimo S., 2002 - Piante e veleni. Le principali piante tossiche in natura e in giardino. I Quaderni dell'Ambiente, n° 9. Provincia di Pesaro e Urbino.
Pizzetti I., 2003 - Enciclopedia dei fiori e del giardino. Garzanti Editore.