Ottobre 2011 - La ricchezza di un tempo

La ricchezza di un tempo

Li Pescatù - Valeria Marcucci
poesia dialettale marchigiana (Sant'Elpidio a Mare)

Li pescatù che n' sapìa legghie nè scrie,
sapia tutto e de li véndi e de le traersie.
Quanno tiria lu levande, dicia:
se sse aza quissu, non è ppe' tirà' via,
lo vrutto a-d-è che vasta che se sse moe
va a finì che dura tre, sei, nove;
se ce sse ccoppia lu sciroccu
vene dimà un bellu scroccu;
se ce sse bbina pure lu strasòrdene
rentro lu maru n' ci sta più ordene,
l'acqua scrocchja e fa li mulinelli
'gnà rmette a terra tutti li vattelli;
Però quanno tiria lu maestrale,
non era vellu ma non tando male.
Quanno la sera facia la... marettina,
dicia "Jemo a pescà' dimà'-mmatina".
Quanno 'mmece ce statia la maretta
se spiccia a sarvà pure la varchetta.
A lora jiè piacìa la tramontana,
scopa tutto e aza la sottana.
Pe' carità... la vòra de Trieste
che n' menzo lu mare ruppia le rèste:
non se rcapizzia più mango 'na penna.
Le nasse statia vuttate jò Tenna
tutte quelle ch'era misto là Chienti:
tucchja rportalle loco... n'accidenti!
Lu maru a-d-era cunfiu, scuru e grossu
e rrija sopre e sotta lu fossu.
Allora 'gni persò' fugata curria
perché lu portu tuttu se 'llaghja
e la terra co' la vreccia se 'nzuppìa
Quanno l'acqua man mana se sciucchja,
li pescatù dicìa: "L'acqua d-è passata...
armeno ci sta 'sta vella sciacquata!"


Fonti: Porto Sant'Elpidio, da borgo di pescatori a centro industriale: appunti e immagini per una storia; Isabella Bianchini, Marco Cromeni, Alessandro Marcianesi; Andrea Livi Editore, Ottobre 2010.

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Posted by Unknown | alle sabato, novembre 26, 2011 | 0 commenti

Settembre 2011 - Out!

Out!
"Forse sto tenendo gli occhi chiusi" pensi dentro di te mentre cerchi di guardarti attorno. Invece hai gli occhi ben aperti e non riesci, comunque, a vedere nulla. Il niente più assoluto. Buio. Avete mai visto davvero il buio? Sembra di toccarlo per quant'è denso. Lo senti attorno a te pesante, opprimente. Poi, dopo un po', inizi ad avere sensazioni strane. Ti sembra di sentire dei rumori, di avvertire la presenza di qualcuno li accanto a te. Ricordi di avere una torcia con te da qualche parte. La cerchi per un tempo che sembra interminabile, ma alla fine la trovi. Dopo averla accesa è cambiato ben poco. Quella torcia che a casa tua, di notte, sembrava illuminare a giorno l'ambiente circostante qui dentro ti fa vedere giusto dove metterai il piede al tuo prossimo passo. "Quando mancherà ancora per l'uscita?" dici dentro di te. "E' qui dietro alla curva" ti rassicuri. Ogni tanto senti svolazzare sopra di te qualche pipistrello svegliato dal rumore che fai. Poi... ecco il momento che aspettavi! Tutto inizia a assumere dei contorni prima sfocati, poi sempre più nitidi. Fino a che vedi l'uscita, lì davanti a te. Dietro alla curva. Ancora una manciata di passi e sei fuori! 

Nella foto: Tunnel a spirale della ferrovia dimenticata "Spoleto - Norcia".

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Posted by Unknown | alle giovedì, novembre 17, 2011 | 0 commenti

Agosto 2011 - Anche la croce si inchina a tanta meraviglia

Anche la croce si inchina a tanta meraviglia


Driiiin!

Ti giri, guardi la sveglia: segna le 4:30. E' ora di alzarsi. Dopo alcuni minuti di tempo per prendere lucidità esci dal sacco a pelo. Fuori tira un'aria gelida. Guardi il termometro: segna 8°C in pieno Agosto. Pensi alla calura, all'afa che hai sofferto fino al giorno prima e un sorriso si stampa sul tuo viso. Poi ti guardi attorno e... meraviglia! E' ancora notte, ma riesci a distinguere i profili delle cime intorno a te e là ad est sembra che il cielo inizi già a schiarirsi un pò. Alzi gli occhi sopra di te e c'è ancora la Via Lattea a farti da soffitto. Quella che hai ammirato per tutta la notte, lì, steso su un prato a più di duemila metri di altitudine. Continui a guardarla, rapito. Non riesci a staccargli gli occhi di dosso. Non pensavi potessero esistere tante stelle. Un tuo amico ti offre una tazza di caffè caldo e questo ti desta dai tuoi pensieri. Guardi l'orologio e scopri che... il tempo passa in fretta! Dovete assolutamente partire. Accendete le torce, vi caricate gli zaini in spalla e siete pronti. Manca ancora un'ora alla vetta. Supportati solo dalla luce delle vostre torce e dal chiarore che inizia a intravedersi macinate metri su metri. Un passo dopo l'altro, con calma, ma anche con trepidazione. Oramai ci siete quasi. Ancora un centinaio di metri di dislivello e sarete in vetta. Un pò di stanchezza inizia a farsi sentire, ma quello che troverete in cima vi farà dimenticare tutto.

E infatti, eccolo lì, il sole. Si è fatto attendere, ma alla fine è sorto, come ogni giorno. Ma, oggi, la sua nascita ha qualcosa in più. Un valore aggiunto. Aver percorso tanta strada per assistere a questo avvenimento rende tutto diverso. E averlo fatto insieme ai tuoi amici fa di ciò un momento memorabile. Ti rimarrà impresso per sempre nel cuore. Sarà un esperienza che non dimenticherai mai.

E allora, cosa aspetti? E' ora di partire...

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Posted by Unknown | alle venerdì, settembre 23, 2011 | 0 commenti

Gola del Furlo/1: Evoluzione di un paesaggio

Come vi avevo promesso nel post Foto del Mese: Febbraio 2011 (clicca qui), vi parlerò, qui sotto, in modo più dettagliato, di quell'affascinante luogo che è la Gola del Furlo.


Ci troviamo nella provincia di Pesaro e Urbino e questa Gola è, per il nord delle Marche, una sorta di isola biologica; decentrata rispetto alla catena appenninica (da cui dista circa 20 km) ma anche rispetto alla fascia collinare per via di un altitudine che sfiora i 1000 metri. Un po’ montagna, un po’ collina, mentre le piane alluvionali del fiume Candigliano e Metauro si insinuano fino alle sue pendici. 

La Gola del Furlo oggi
Il cuore di quest’area è una grande gola dove scorre, a circa 176 metri sul livello del mare, il fiume Candigliano, sbarrato nel suo corso, sin dalla prima metà del secolo scorso, da una diga idroelettrica tra le più famose e spettacolari del centro Italia. Basta risalire la via Flaminia da Fano verso l’Umbria e uscire a Calmazzo, per bypassare la nuova galleria della Superstrada, per trovarsi difronte tutta l’imponenza della gola posta tra il Monte Paganuccio e il Monte Pietralata. Proseguendo da qui in poi lungo la vecchia strada Flaminia si possono ammirare le opere grandiose costruite dall’uomo all’interno della gola che hanno modificato in modo sostanziale il paesaggio circostante.

La Diga del Furlo oggi
Lo sbarramento del fiume Candigliano (diga del Furlo) è stato l’intervento umano che più ha modificato la parte inferiore della Gola negli ultimi 80 anni. In precedenza, per migliaia o forse milioni di anni, lo scenario naturale era profondamente diverso. Per rendersene conto in qualche modo è quantomeno opportuno non solo guardare attentamente il presente, ma osservare anche le immagini della zona a cavallo tra Ottocento e Novecento.


La diga è stata costruita tra il 1918 e il 1922 nel punto in cui vi era una cascata naturale dell’altezza di 10 metri. Inizialmente costruita dall’UNES per produrre energia elettrica è successivamente passata all’ENEL nel 1962. Originariamente alimentava una centrale collocata a valle della diga sul lato del Monte Paganuccio (opposto alla strada), ma venne distrutta durante la seconda guerra mondiale. La nuova centrale è attiva dal 1952 e si trova a monte di Calmazzo in riva sinistra del fiume Candigliano. Il bacino è in grado di sviluppare una potenza di 13000 kW per una producibilità di 33.210.000 kWh, la più alta della provincia di Pesaro e Urbino.

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Posted by Unknown | alle sabato, settembre 10, 2011 | 3 commenti

Luglio 2011 - Raggi di sole

Raggi di sole

Sunflower: Fiore del sole. E' il termine inglese per questo fiore. Non sembra di guardare, in effetti, un sole stilizzato? Mentre viaggio in macchina, alle volte mi capita di incontrare dei campi immensi di girasoli e in quell'istante ogni pensiero scompare e rimango affascinato, ammutolito. E' tutto così... giallo! Sento dentro barlumi di felicità, di gioia. Solo il sole nelle giornate invernali, dopo settimane di giornate grigie, riesce a fare altrettanto. Piccolo sole. Questo dovrebbe essere il suo nome.

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Posted by Unknown | alle martedì, agosto 23, 2011 | 2 commenti

Giugno 2011 - Periferia

Periferia

Chi avrà messo un campo da calcio quassù? E' stata la domanda che mi è venuta subito in mente guardando la porta. Chissà.. forse non lo scoprirò mai.
Ci troviamo sul Pian Grande di Castelluccio di Norcia, nel versante umbro del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Questo è uno degli altopiani più grandi d'Italia: la sua estensione infatti è di circa 15 Km quadrati ed è situato ad una quota di circa 1.300 m slm.
Studiando la tipologia dei sedimenti presenti si è scoperto che in epoca remota in quest'area era presente un vasto lago, la cui massima espansione si ebbe al termine dell'ultima glaciazione (10.000 a.C.) e sul cui svuotamento potrebbe aver inciso il riattivarsi di faglie in occasione dei tanti eventi sismici che hanno interessato l'area. Alcuni studiosi hanno addirittura ipotizzato che il lago fosse presente nel 1600, per alcuni manoscritti dell'epoca che lo attesterebbe, ma ciò è stato smentito dalla storia. Si è pensato, infatti, che a causa di forti piogge, i Piani hanno temporaneamente assunto l'aspetto di un lago, come avvenne anche nel 1924.
Ciò che, invece, è stato comprovato è che in epoca più recente, il Pian Grande, come anche gli altri Piani e le montagne intorno, era completamente ricoperto da foreste. L'ultimo resto di questa foresta sono i 100 ettari della Macchia Cavaliera, una delle faggete più belle dei Sibillini, che dalla cresta scende sul Pian Piccolo. Addirittura, in epoche ancora più remote (sempre dopo il prosciugamento del lago) sembra che ci fossero boschi da climi freddi, più precisamente di abeti, come dimostrato dai residui di polline fossile trovato nel deposito lacustre del Pian Piccolo.
Oggi i Piani sono famosi per la coltivazione della lenticchia e per la festa della fioritura, che ogni hanno richiama persone da tutto il mondo. Di solito a fine Giugno (il periodo può variare in base alla piovosità annuale) i Piani sono disseminati dai più svariati colori. Dal giallo dei fiori della lenticchia al rosso, viola-azzurro, bianco della fioritura spontanea. Vi consiglio di fare una ricerca per immagini su internet scrivendo "fioritura Castelluccio" e ve ne renderete conto! (clicca qui).

Fonti: "Parco Nazionale dei Monti Sibillini: le più belle escursioni"; Alberico Alesi e Maurizio Calibani; Società Editrice Ricerche; 2004.

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Posted by Unknown | alle martedì, luglio 12, 2011 | 2 commenti

Maggio 2011 - Non dimenticare

Non dimenticare

Nessuno forse sa più
perché sei sepolto lassù
nel camposanto sperduto
sull'Alpe, soldato caduto.
Nessuno sa più chi tu sia
soldato di fanteria
coperto di erbe e di terra,
vestito del saio di guerra.
L'elmetto sulle ventitré
nessuno ricorda perché
posata la vanga e il badile
portando a tracolla il fucile
salivi sull'Alpe, salivi
cantavi e di piombo morivi
ed altri morivano con te
ed ora sei tutto di Dio.
Il sole, la pioggia, l'oblio
t'han tolto anche il nome d'un fronte
non sei che una croce sul monte
che dura nei turbini e tace
custode di gloria e di pace.

"Non sei che una croce" - R. Perseni

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Posted by Unknown | alle lunedì, maggio 23, 2011 | 0 commenti

Aprile 2011 - Un'oasi di pace

Un'oasi di pace
Chi non vorrebbe essere lì al suo posto? Staccare la spina, anche solo per un attimo. Allontanarsi dal caos cittadino, dalla frenesia dei giorni nostri. Stare immersi nella pace più assoluta, sotto le chiome degli alberi a leggere il tuo libro preferito. Quello che vorresti avere sempre con te, in ogni momento della tua vita. Quello che ti fa sognare. Quello che apri per evadere dal tran tran quotidiano. Nelle orecchie suoni soavi si mescolano: lo scorrere infinito dell'acqua verso il mare e il cinquettare degli uccelli che giocano tra loro volando da un ramo ad un altro. Qui voglio stare.

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Posted by Unknown | alle sabato, maggio 14, 2011 | 2 commenti