Il lago "insanguinato" e la Battaglia del Pian Perduto/2
Lo "Stagno Rosso" || (c) Giorgio Materozzi |
Rosso. Il colore dell'acqua era proprio
così, come se il lago fosse stato riempito completamente di sangue.
Qui, il 20 Luglio 1522 avvenne una cruenta Battaglia (per maggiori
dettagli su questo scontro leggi il post precedente ”Il lago “insanguinato” e la Battaglia di Pian Perduto/1“) conosciuta,
successivamente, col nome di Battaglia del Pian Perduto. Ma di tempo
ne è passato da allora. Siamo nell'estate del 1995 quando un
laghetto presente sul Pian Perduto, al confine tra Marche e Umbria,
si tinge interamente di rosso. Così, apparentemente dal nulla, in
circa un mese.
Questo pozza d'acqua non ha nome nella
carta topografica ed è stata ridefinito, dal 1995, proprio “Stagno
Rosso” per lo strano fenomeno notato.
Il Pian Perduto è formato da numerose
depressioni e doline che, nella stagione di scioglimento delle nevi,
si trasformano in piccoli laghetti; questi, con il procedere
dell'estate, si seccano completamente. L'unico specchio d'acqua del
Pian Perduto che con si prosciugava durante la stagione estiva è
proprio questo “Stagno Rosso”. Anche se, attualmente, sono già
due estati che lo trovo completamente secco. Infatti, non avendo
immissari che lo riforniscono d'acqua, la sua permanenza estiva è
sempre più difficoltosa, sommata anche all'intensificazione della
calura delle ultime stagioni.
Posizione dello "Stagno Rosso" (bollino verde) |
La profondità di questo stagno,
ovviamente, varia con la stagione e non supera mai il metro, neanche
in primavera. Il colore delle acque, quando il fenomeno
dell'arrossamento non è manifesto, varia dal grigio al giallo e,
nonostante la modesta profondità, difficilmente esse sono
trasparenti e lasciano intravedere il fondo a causa di sostanze
solide e microrganismi natanti.
L'arrossamento dello stagno si osservò
per la prima volta nel Giugno del 1995, ma, in quel caso, il fenomeno
non era esteso a tutta la superficie, ma solo in una parte del
settore. Mettendo le mani in questo acquitrino all'apice della fase
di arrossamento si notava che queste restavano abbondantemente e
fortemente ricoperte da una pellicola di gelatina rossa, la quale si
eliminava solo dopo lunghe sciacquature con acqua di fonte. Fatta
questa scoperta Ettore Orsomando e Antonio dell'Uomo, attraverso
l'Università di Camerino, tengono d'occhio il piccolo laghetto per
tutta l'estate e l'autunno dell'anno dopo, nell'intento di spiegare
lo strano fenomeno. Nel frattempo chiedono agli anziani del luogo se
avessero visto in passato qualcosa di particolare e loro dicono di
ricordare avvenimenti di questo tipo, ma li attribuivano al colore
rosso della terra che racchiude lo specchio d'acqua.
Lo "Stagno Rosso" || (c) Giorgio Materozzi |
Nel periodo osservato i due studiosi
hanno potuto guardare con i loro occhi l'evoluzione dell'evento.
Prelevando campioni dello strato “rosso” e studiandoli in
laboratorio hanno scoperto che il fenomeno è causato da un alga
microscopica unicellulare, della specie Euglena Sanguinea Ehrenberg
(classe Euglenophyceae), qui presente in quantità massiccia. Questa
alga ha una particolarità: è dotata di un complesso di pigmenti
liposolubili di colore rosso detto “ematocroma”. L'alga, in
condizioni normali, si presenta di colore verde; quando, però,
l'intensità della luce e la temperatura dell'acqua si elevano,
soprattutto durante le giornate assolate della stagione estiva, i
corpiccioli rossi si diffondono in tutta la cellula e lo fanno
apparire uniformemente rosso. Poi, con il concorso di altre
condizioni favorevoli, come le sostanze organiche disciolte nello
stagno o le piogge abbondanti, le cellule di Euglena si moltiplicano
in maniera prodigiosa e si portano alla superficie dello specchio
d'acqua, dove vanno a formare, nelle ore centrali della giornata, un
denso strato rosso-violaceo che poi trapassa gradualmente nel verde
con l'abbassarsi della temperatura e della intensità luminosa. E'
risaputo che gli arrossamenti da Euglena si verificano solitamente in
corpi d'acqua più o meno estesi e poco profondi, a pH leggermente
acido e parzialmente invasi da vegetazione acquatica, i quali
costituiscono, spesso, punti di abbeverata per il bestiame al
pascolo, che ne provoca l'arricchimento in sostanza organica.
A detta degli abitanti del posto,
l'arrossamento della acque dello “Stagno Rosso” si verifica ogni
anno durante la stagione estiva, o comunque nei periodi più caldi
dell'anno; esso sicuramente ha un carattere periodico. Questo, a
differenza di altri casi di arrossamento in altre parti del mondo,
grazie al ripresentarsi di condizioni costanti anno dopo anno come
precipitazioni regolari nel periodo precedente all'estate o
l'arricchimento in sostanza organica dovuto all'abbeveramento
regolare del bestiame.
Come accennavo in precedenza, date le
ultime stagioni particolarmente calde, si è notato un totale
prosciugamento estivo dello stagno. Io, comunque, ogni volta che vado
da quelle parti, mi fermo sempre sperando di vedere questo strano e
particolarissimo fenomeno direttamente con i miei occhi.
Fonti:
Lo stagno rosso del Pian Perduto. Parco Nazionale dei Monti Sibillini - Ettore Orsomando; Antonio dell'Uomo - L'uomo e l'ambiente 24 - Camerino 1997. | La Battaglia del Pian Perduto. Poemetto storico pubblicato per la prima volta con introduzione e note a cura di Pietro Pirri - Pietro Pirri - Prem. Stab. Tip. Giuseppe Campi - Foligno 1914.
Fonti:
Lo stagno rosso del Pian Perduto. Parco Nazionale dei Monti Sibillini - Ettore Orsomando; Antonio dell'Uomo - L'uomo e l'ambiente 24 - Camerino 1997. | La Battaglia del Pian Perduto. Poemetto storico pubblicato per la prima volta con introduzione e note a cura di Pietro Pirri - Pietro Pirri - Prem. Stab. Tip. Giuseppe Campi - Foligno 1914.
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